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YoYo Piederuota

di Bàbuin, Aicardi, Cischino, Ferrero

con Arianna Abbruzzese e Marco Ferrero

luci e voce fuori campo Nicola Rosboch

scene Marco Ferrero

collaborazione Renato Cavallero

consulenza coreografica Marilena Goria

aiuto regia e suoni Valentina Aicardi

ideazione e regia Maurizio Bàbuin

produzione Santibriganti Teatro

 

con il sostegno della Città di Settimo Torinese / Fondazione ECM

con la collaborazione di Fondazione Paideia

HB Torino Uicep Minibasket  / Associazione Sport Disabili

Associazione Ballo Anch’Io

Dai 5 anni per tutti

Primo posto giuria 100 ragazzi

Festival Internazionale I Teatri del Mondo 2015

 

Menzione speciale giuria esperti Festival«G.Calendoli»

Padova 2012

 

Terzo posto tra gli spettacoli più votati dai bambini Festival «G.Calendoli» Padova 2012

 

Menzione speciale giuria adulti Giocateatro Torino 2012

 

Menzione speciale giuria bambini Giocateatro Torino 2012

...a Italo

 

E’ la storia di Giovanni e di Giorgia.

Ci diverte e ci emoziona.

Lui, Giovanni, da tutti chiamato Yo: troppo alto e con due grandi piedi per correre.

Lei, Giorgia, da tutti chiamata Yo: troppo orgogliosa e con due grandi ruote per forza.

C’è un cortile asfaltato, c’è un canestro mezzo scassato e un quartiere di una città.

C’è una stanza, c’è una lavagna e la scuola di una città.

Poi c’è la stanzetta di YoGiorgia con le sue cose e i suoi pensieri.

Poi ancora c’è la stanzetta di YoGiovanni, anche lui con tutte le sue cose e tutti i suoi pensieri.

A entrambi piacciono le robe che rotolano o saltano: tipo i sassi che ruzzolano giù da una montagna, i canguri coi loro salti, le ruote, un paio di scarpe sportive…una palla. Di qualsiasi genere. E tutto quel che si può trovare per buttarla dentro: cestino a scuola, bidone per strada, un canestro attaccato a un muro.

Prima di incontrarsi erano un po’ più soli.

Yo lui, troppo alto, chi ci arriva   a parlargli fin lassù? E poi se ci arrivi non ti parla: un orso.

Yo lei, troppo orgogliosa. Anche perché prima non era così, sopra una sedia a rotelle, era come gli altri: “normale”...

YoGiovanni probabilmente vive con i suoi genitori in quella città e in quel quartiere da sempre. YoGiorgia ci è arrivata da poco tempo.

Non c’è molto che possa aiutarli a farli diventare amici, se non quella palla che si butta dentro un canestro e poco altro. Ma a volte, si sa, basta poco per fare accadere tanto.

Il progetto YoYo piederuota, nasce dal desiderio di raccontare la disabilità che incontra l’abilità; in questo caso abilità intesa sia nell’accezione di normodotati sia nella capacità di rendere abile e quindi speciale un corpo nel compimento di un atto fisico performativo come potrebbe essere in questo caso uno sport: il basket. Il tutto attraverso gli sguardi, gli incontri e gli scontri di due bambini che, un po' come animaletti, attraverso il puro istinto, scoprono la loro fisicità, il loro corpo,  sia corpo libero da impedimenti che corpo impedito nella libertà delle azioni.

E’ la scoperta e l’accettazione di se stessi e conseguentemente dell’altro. Di tutti gli altri.

Sarà probabilmente una strada faticosa e piena di difficoltà e che durerà tutta una vita.

YoGiorgia e YoGiovanni ci stanno provando.

Intanto crescono.

 

Lo spettacolo desidera innanzitutto andare alla ricerca di una leggerezza che riteniamo fondamentale per raccontare una storia come questa. I sorrisi e le risate dei bambini che assisteranno allo spettacolo sono uno degli obiettivi che ci siamo posti, così come la possibilità di emozionarli su aspetti che sentiamo sensibili in loro, come la competizione, l’amicizia tra maschio e femmina, il bisogno di omologazione piuttosto che la diversità intesa come risorsa e non limite.

Ma innanzitutto racconteremo una storia: che è ciò che i bambini non si stancano mai di vedere e ascoltare.

DICONO

E’ un’operina curiosa e delicata YoYo Piederuota di Santibriganti Teatro in collaborazione con Uicep Torino Minibasket, si narra l’amicizia a scuola di due compagni di classe, di cui la femmina è in sedia a rotelle ed il maschio è scarso in matematica ma è bravo a basket: è la relazione infantile tra un “normale” ed una disabile scevra di retorica come solo i rapporti tra i bambini sanno esserlo, recitata con naturalezza ed intensità. 

Maura Sesia / www.sistemateatrotorino.it 

 

Uno spettacolo dunque che racconta la disabilità che incontra l’abilità, che racconta l’incontro di due corpi diversi con la scoperta e l’accettazione di se stessi e conseguentemente dell’altro […] assolve il suo compito facendo riflettere e ponendo un tema di grande rilievo con naturalezza e semplicità.

Mario Bianchi  / www.eolo-ragazzi.it

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