
RAPTUS DI LUNA
Una commedia dell’altro mondo
in scena Serena Abbà, Camilla Bassetti e Marta Ziolla
consulenza artistica Orlando Manfredi
sculture, opere e decori per la scena Siyana Mihova
elementi scenografici Claudio Sportelli e Marco Ferrero
materiali di scena Alessia Spanu
luci e suoni Nicola-Nick Rosboh
voce fuori campo Bruno Orlando
II° voce fuori campo Grazietta Cartosio
la voce della bambina è di Zoe Sportelli
registrazioni audio Andrea Lesmo
riprese video Fabio Melotti
foto di scena Stefano Roggero
Il logo dello spettacolo è di Vera Agazzi
direzione Mauro Piombo
produzione Santibriganti Teatro
co-produzione Ezio Policastro
Con il contributo della campagna di crowdfunding
sulla piattaforma Produzioni dal Basso
Adesso parto. Giuro. Faccio la valigia e parto.
Torni? Non so se torno.
Niente volo low cost e neanche il cammino di Santiago.
Si attaccherebbe troppa poca terra sotto i piedi e sento il culo pesante anche in cima all'Himalaya.
Si va sulla luna. La vedo sempre e non la tocco mai .. la musa dei poeti ma di poesia ci capisco poco, capisco quel che tocco.
Quant’è pallida.
E la inzozzo. La dipingo con le bombolette spray perché qui i muri sono già pieni, e poi le chiedo se da lì vede il domani. Perché da qui sotto anche il presente ha gli occhi della nebbia.
Torna però, che abbiamo il debutto. Si ride di tante lacrime e si piange di risate.
Torni vero? Non lo so. Forse no.
Nel dubbio non aspettarmi per cena.
Le Attrici
‘Questi giovani c’hanno gl’occhi belli, ma la guardata è pallida .. sognano male, e quando sogni male la veglia è agitata. Falli salire su da te, che il mondo qui s’è fatto stretto’.
Rapiti dalla Luna: è una giostra, un viaggio vitale visto con l’occhio della commedia, della satira.
Un gioco scenico frontale, un volo insolente e surreale a cavallo del tempo e di un incanto di libertà.
La terra da lassù la tieni tra le dita e, da lontano, la capisci meglio.
Immaginiamo il balzo, nel solco di luce verso la luna, come una successione di salti, disarcionati da un’orbita all’altra, le orbite che separano le naviganti dal satellite.
Sono le tappe in cui si incontrano le soglie del proprio essere, lo stupore del distacco e l’apparizione della terra sospesa nel nulla, e dei suoi umani, anche nei tratti più volgari.
Il linguaggio, ora crudo e a muso duro, ora con la sospensione della poesia, ora con azioni e suoni stranianti, altre volte attraverso protesi burattinesche, è tenerezza e furore.
E’ uno spettacolo pop, comico e inquieto, che vive nel contemporaneo delle stesse interpreti, in un presente che sembra non costruire narrazione, in un continuo ‘sottosopra’, per accumulo di immagini e di storie di noi.
Il viaggio, è follia, l’unico senno rovistando nella polvere della luna.
Infine, l’incontro con le Tre Lune, il divino - sculture-maschera intagliate da materiali dell’oggi, rifiuti indifferenziati riciclati – e con la Quarta Luna, i giovani stessi, giunti forse ad un unico approdo possibile.
I personaggi trascolorano nelle persone, sono proprio loro! Tratti di maschera di una generazione e di un tempo presente.
Le risate muoiono spesso tra i denti, in molteplici soluzioni teatrali e nel piacere di giocare, che è cosa seria assai.
Ringrazio le attrici, brave e appassionate, da cui ho rubato ‘sul campo’ - per l’ideazione e la scrittura - le urgenze, il sarcasmo e la loro voglia di vivere.
Ringraziamo, tutti, Santibriganti Teatro per il sostegno, e coloro che hanno dato il loro contributo attraverso la campagna di crowdfunding per la produzione.
Ringraziamo ancora la generosità dei collaboratori che hanno dato forma alle scenografie e alle preziose opere della scena.
mauro piombo