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IL DRITTO E IL ROVESCIO

una tragedia dell'Arte per tre pulcinelli

uno spettacolo di Mauro Piombo

con Arianna Abbruzzese, Marta Ziolla, Mauro Piombo

messa in scena Mauro Piombo

assistente Carlotta Pansa
maschere Franco Leita  

costumi Eva Maria Cischino
elementi scenografici Folco Soffietti

Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino
foto di scena Stefano Roggero

Tre maschere, tre Pulcinelli: Cocò- Cocotta la femmina giovane, Zezè-Zezza la femmina vecchia, la madre, Cetrù-Cetrullo il maschio, il figlio.
Il motore della drammaturgia è il rapporto atavico dell’uomo con la femmina: Cocotta e Zezza sono l’unicum del Cetrullo.

Il Dritto e il Rovescio è una creazione originale su un immaginario del teatro popolare di tradizione del Sud Italia: l’epico, il tragico, il patetico ridicoloso, la farsa (e la farsaccia) sono tra gli ingredienti del grande comico del meridione.
Il nostro è un Pulcinella spurio, la gergalità è bastarda, reinventata; la retorica comica è arguta, nobile e al tempo stesso sfacciata, a tratti triviale.
Il linguaggio si fissa in un pulcinellismo, citato e spesso trasfigurato; un Pulcinella rivisitato, fuori dallo stereotipo folkloristico, sofisticato con particolare riguardo alla drammaturgia, ma sempre fedele al suo destino di buffone, burattino e burattinaio di se stesso, e alla natura popolare della maschera che lo rende spassoso a una pluralità di pubblici.
Una quarta maschera popola infine lo scenario de Il Dritto e il Rovescio: il Cedrone, O’ Iallo Cedrone, l’animale totemico, il feticcio del gallo che è tradizionalmente sacro in Italia e in molte culture europee ed extra europee. Forse il doppio di Pulcinella, la divinità assente, con il quale il Cetrullo intreccia dialoghi stralunati, intermezzi di commedia, ragionamenti sulla vita, l’amore e la morte che costituiscono la linea narrativa e la prospettiva drammaturgica dello spettacolo.
L’ombra del Pulcinella di Acerra – personaggio che non ha mai abbandonato le scene alla sua comparsa nel XVI secolo – i lazzi, gli spropositi e i segni della maschera immortale dell’Arte ci accompagnano.

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DICONO

Il Dritto e il Rovescio è un titolo tratto dall’opera omonima del pittore contemporaneo Gabriele Lamberti che ci ha concesso di utilizzarlo unitamente all’immagine del dipinto.
Un Pulcinella, scarno, stilizzato è rappresentato in coppia con un gatto (animale magico-diabolico nelle credenze popolari) e gli stessi sono rovesciati nel doppio delle loro figure che si fanno spettri in un effetto speculare tra il sopra e il sotto, “il dritto e il rovescio”, appunto. Nel titolo inoltre, si suggerisce la maglia, l’ordito, il Canovaccio, che è la tessitura della Commedia.
Nella buona pratica della Commedia dell’Arte non si rinuncia ai lazzi, ai trucchi comici, all’istrionismo delle maschere e alle improvvisazioni, a quel divenire in cui lo spettacolo si inventa di recita in recita.
Un ringraziamento affettuoso al prof. Roberto Tessari per i pensieri e il confronto critico in fase di ideazione, e per il generoso incoraggiamento.

 

Produzione 2016

Festoso, caciaroso e melanconico a un tempo è il gioco scenico e mentale che Mauro Piombo ha concepito a partire da un “pulcinellismo” trasfigurato e trasfigurante. Cultore da sempre di Commedia dell’Arte, Piombo qui abbandona le nebbie padane degli zanni per tuffarsi in una meridionalità atavica alla ricerca della radice più segreta di un Pulcinella quale somma di doppi: maschio e femmina, sconcio e pudicizia, vita e teatro, dramma e ridicolo. Non a caso il lavoro si intitola Il dritto e il rovescio. Una tragedia dell’Arte per tre pulcinelli. Più che una storia si dipana un contrasto: tra l’attore e la maschera che lo muta, tra il mestiere e l’arte, tra la voglia di sapere i “perché” e il silenzio lancinante del gallo cosmico che troneggia in scena che mai canta la nascita di quel sole preludio di nuova vita.
Piombo disegna un non-Pulcinella pateticamente comico, schiacciato da una duplice pulsione d’amore. Da un lato Coco-Cocotta, la femmina giovane, dall’altro Zeza-Zezza, la femmina vecchia e madre. Lancinante è il legame con entrambe e al Cetrulo altro non resta che l’incarnarle, che l’impossessarsi della loro essenza e ritrovare pace nell’armonia di un’unità primigenia. Ma il teatro è il teatro e la pancia è la pancia e proprio nella finzione il Paradiso perduto spalanca le porte, e le spalanca anche il riso nel piacere dei lazzi con cui Mauro Piombo, sempre abilissimo in scena, infarcisce il suo canovaccio con la complicità di Arianna Abbruzzese e Marta Ziolla che l’assecondano con bel piglio e ritmo generoso.

Alfonso Cipolla
La Repubblica.it, 30 maggio 2016

 

-Uno spettacolo travolgente, unico nel suo genere, divertente e serio insieme!

-Porta il pubblico a riflettere su temi esistenziali, quali vita e morte, in chiave amara, ma senza rinunciare a tante risate.”

-Uno spettacolo travolgente nel quale si ride e si riflette allo stesso tempo .. Da vedere!

-Uno di quegli spettacoli, capace di portarti verso altra dimensione, a volte onirica, interiore .. E allo stesso tempo un’irresistibile magia comica con alternarsi di maschera/non maschera .. bellissimo spettacolo

-.. tante risate e un po’ di sana malinconia

-Spettacolo ridanciano e malinconico insieme: due ingredienti calibrati con saggezza Buonissimo lavoro degli attori.

-Teatro molto molto divertente e molto molto intelligente .. Super consigliato

-Uno spettacolo di qualità di commedia dell’arte, in cui si ride molto senza abbandonare possibilità di riflessione e di spunti profondi..

-Bellissimo spettacolo, mi sono divertito molto .. bravissimi attori la rendono alla portata di tutti anche grazie alla loro presenza scenica e all’interpretazione fisica. Complimenti!

Estratti da restituzioni del pubblico consultabili su
http://www.tofringe.it/event/il-diritto-e-il-rovescio-2/

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