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Io non sparo

Reading poeticomusicale

di e con Mariagrazia Cerra e Maura Sesia

Claudio Sportelli   voce 

Alessandro Rollé  chitarra

Nicola Rosboch   responsabile tecnico

Maurizio Bàbuin supervisione

Domenico Quirico in un articolo dell’agosto 2024 sottolinea un concetto fondante riferendosi alla “irrimediabile stupidità della guerra, anche quella dichiarata dalle democrazie, quella delle Buone Cause. Alla sua inutilità assoluta sconvolgente criminale”. Concordiamo. E Jacques Prévert in una delle sue poesie più struggenti scriveva “Quelle connerie la guerre”. Sottoscriviamo. Crediamo in un’umanità che sappia usare la comunicazione per accordarsi, per mediare e imparare a condividere tempo e spazio in pace. I tragici greci scrivevano “La vita à cosa da nulla, viviamola dunque tranquilli”.

 

Sappiamo che il nostro è un desiderio utopico, che la ferinità insita nell’uomo gli ha finora impedito di spegnere la violenza, eppure conosciamo voci di poetesse e poeti che la pensano come noi, voci alte, capaci di toccare i cuori e le menti ad ogni latitudine. Abbiamo sentito l’urgenza di far risuonare queste voci preparando una performance che abbinasse musica e lettura in un formato snello, leggero, per arrivare a tutti in ogni contesto. Scuole, biblioteche, piazze, circoli, sale multidisciplinari, teatri, mercati, ospedali, musei. Se la confezione è poco ingombrante il contenuto è ponderoso, sono voci note, notissime, meno note, ma il nostro non è un elenco di poesie meravigliose, recitate con passione e coscienza. Anche. E’ soprattutto un percorso per contagiare chi ci ascolterà con il nostro desiderio di pace, di tregua, di accordo, di basta morti, basta sangue, basta vittime. Lasciamo che a dirlo siano uomini e donne, di luoghi ed epoche diverse, che hanno usato la poesia per combattere. Un’arma potente. L’unica che accettiamo. Il reading nasce da questa necessità. Non possiamo più tacere. Vogliamo dare eco alle parole dei poeti, per pensare, piangere, dare e condividere emozioni, e immaginare un futuro meno angoscioso. Why not?

Abbiamo raccolto le opere dei nostri poeti più cari e quelle di altri, meno conosciuti, che rappresentano altri popoli, lontani geograficamente, vicini, vicinissimi in quanto esseri umani. Poeti d’Africa come Chinua Achebe o Susan Kiguli, che descrivono i combattimenti e l’energia della diplomazia come unica soluzione, poi testimoni europei come Giuseppe Ungaretti, Umberto Saba, Salvatore Quasimodo, Bertolt Brecht e ovviamente Prévert, Primo Levi e Gilberto Forti, per vedere il conflitto dalle trincee, dalle città, dai campi di battaglia, dai plotoni d’esecuzione, dall’iperuranio. Vittorio Locchi, scrittore e aviatore, morto a 28 anni durante Grande Guerra, con la sua “La sagra di santa Gorizia” fotografa il conflitto di trincea in tutta la sua efferatezza. Sentiremo anche voci dalla Palestina con Maohumud Darwish e da Libano e Israele con Wajdi Mouawad, David Grossman. E sarà un maestro del teatro mondiale, Eugène Ionesco, a trent’anni dalla scomparsa (rumeno espatriato in Francia morto a Parigi il 28 marzo 1994) a introdurci nell’assurdità della guerra, con qualche frammento di quel gioco al massacro che è “Delirio a due”, dove una coppia di coniugi litiga su quisquilie mentre fuori scoppiano le bombe.

A corollario i versi dei poeti in musica, da Fabrizio De André ai Gang, King Crimson, Vinicio Capossela, Francesco Guccini, Kurt Weil, a supportare e potenziare il nostro viaggio di parole contro la guerra, per la pace.

Perché: io non sparo

Fascia d'età: a partire dai 14 anni - tout public

Durata: 55 minuti

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