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Locandina Un posto per volare.jpg

UN POSTO PER VOLARE

Opera lieve per Tenco e Pavese

di e con Luca Occelli e Orlando Manfredi

drammaturgia e musiche originali Orlando Manfredi
luci Marco Ferrero
installazione scenica Ivan Tozzoli

consulenza artistica Mauro Piombo

Debutto nazionale maggio 2009 Teatro Garybaldi di Settimo (TO)
nell’ambito del

Progetto Residenze Creative e giovani realtà crescono al Garybaldi

«Avevano per certo una cosa in comune lui e il cugino. L’amore artistico o la simpatia affettiva per Pavese e Tenco. La seconda cosa in comune era, ovviamente, la loro parentela. Ma chissà che la parentela non significasse davvero qualcosa. Qualcosa di tangibile, un certo affare dell’anima. Più di un particolare, più di un secco tralcio d’albero di famiglia. La quarta era la vita poco conveniente dell’artista, che da cane randagio abbaia, immaginando visioni e turbamenti. Si misero ad abbaiare insieme».

 

E quante cose in comune hanno Tenco e Pavese? Tantissime, più di quante non si riesca a spiegare sulla carta. Sicuramente il coraggio di andare all’osso, la semplicità della voce poetica, il passo confessionale, il senso musicale della frase, la nudità del verbo e, di questo, l’essere così coraggiosamente esposto al banale. E poi, l’eterna fanciullezza, assetata d’ogni cosa e, dall’altra parte, la disillusione, la malinconia, quel triste pulviscolo che si posa sull’esperienza; il difficile “impegno” nel mondo; e ancora, la considerazione postuma davvero popolare della loro opera e della loro figura (sono lo scrittore e il cantautore di tutti e di un tempo che fu) e, infine, il suicidio, che per entrambi non fu solo un tragico dato contingente ma una postilla (pacificamente) possibile della propria parabola poetica ed esistenziale.

Partendo dal proprio vissuto di cultori ed estimatori di Luigi Tenco e Cesare Pavese fin dall’infanzia, muovendosi da esperienze familiari autentiche e suggestive, gli attori portano in scena le intersezioni da un autore all’altro, attraverso un viaggio sensoriale dove i confini sfumano e si contaminano, così come contaminato è il motore del racconto scenico: di volta in volta musicale, narrativo, evocativo, agiografico, canzonettistico, poetico, dialogico, scultoreo. La musica evoca, la canzone poeta, il verso suona in una creazione originale, lontana da operazioni di raccolta di successi per interposte persone.

DICONO

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Ringraziamo tutte le persone che ci hanno seguito
nella nostra avventura al Torino Fringe Festival 2015!!!

Questi alcuni dei loro commenti!

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