Fratelli in fuga
Storia di Lollo e Michi
di Bàbuin, Abbruzzese, Busnengo, Fardella
con Luca Serra e Andrea Fardella / Lorenzo Goria
scene Giovanni e Marco Ferrero
in collaborazione con Siyana Mihova
costumi Eva Maria Cischino
foto di scena Stefano Roggero
video Fabio Melotti
luci e suoni Nicola Rosboch
aiuto regia Arianna Abbruzzese
con la preziosa collaborazione della dott.ssa Marcella Amerio
ideazione e regia Maurizio Bàbuin
produzione Santibriganti Teatro
in collaborazione e con il sostegno della Fondazione Paideia
in collaborazione con la Citta di Settimo Torinese-Fondazione ECM
Dai 5 anni per tutti
Primo premio Giuria Ragazzi
Festival internazionale / i teatri del mondo 2020
Primo premio Giuria Esperti
Festival internazionale / i teatri del mondo 2020
«Perché scappi fratellino? Io non riesco a dirtelo, ma per farmi sentire posso urlareeeeeee!»
di sibling e di autismo
Sibling: che strana parola per chi non conosce bene l’inglese. Ha in ogni caso un bel suono: è dolce, musicale, accogliente.
Sibling è una parola che significa fratello o sorella e si utilizza di solito quando ci si riferisce ai fratelli e sorelle delle persone con disabilità.
«Fratelli in fuga» ci racconta l’avventura di Lorenzo detto Lollo e di suo fratello Michele detto Michi, affetto da sindrome autistica.
Lollo e Michi scappano, ma da chi e da cosa scappano? Certo c’è un motivo, una causa scatenante che li fa fuggire, ma forse c’è anche altro.
Di sicuro per il bambino Lollo non è facile comprendere, accettare e convivere sempre serenamente con un fratello così speciale come Michi. E chissà cosa passa nella testa del bambino Michi quando sta insieme al fratello più piccolo?
Quel che è certo è che la loro avventura di una notte, piena di imprevisti e difficoltà, di paure ed emozioni, ma anche divertimento, li aiuterà a scoprire che il loro è un legame davvero speciale e tale resterà anche quando saranno “grandi”: come dicono i piccoli.
Maurizio Bàbuin
dedicato alle mie tre meraviglie Andrea, Beatrice, Davide
DICONO
Un ringraziamento particolare alla Fondazione Paideia Onlus che ha sostenuto il progetto, ci ha accompagnato nella conoscenza delle problematiche legate ai siblings e all’autismo attraverso importanti e fondamentali incontri con le famiglie da loro seguite e inserirà lo spettacolo nell’ambito delle iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica su tali tematiche.
«Fratelli in fuga» ha avuto il suo debutto assoluto venerdì 23 settembre 2016 presso la Casa Teatro e Ragazzi Giovani di Torino, nell’ambito di Hey,brother! Convegno internazionale sul tema dei siblings, fratelli e sorelle di persone con disabilità, organizzato dalla Fondazione Paideia Onlus.
«Fratelli in fuga» a Giocateatro 2017
Dopo aver affrontato con profondità e delicatezza il tema della disabilità e della malattia in«YoYo Piederuota» e «Ahi ! Ahia! Pirati in corsia!» nel progetto «Piccola trilogia degli altri bambini»Santibriganti Teatro, in collaborazione con Fondazione Paideia Onlus, in «Fratelli in fuga» affronta con altrettanta profondità il tema dell'autismo sempre su ideazione e regia di Maurizio Bàbuin.
«Fratelli in fuga»racconta il meraviglioso e l'apparente tormentato rapporto tra Lorenzo, detto Lollo, e suo fratello Michele, detto Michi, affetto da sindrome autistica.
Lollo ora diventando grande vive da solo, ma Michele, non può fare a meno di lui e, quindi, scappa da mamma e papà raggiungendolo nella sua nuova casa di giovane scapolo. E' qui che i ricordi si affastellano e ritornano ad un'altra fuga avvenuta anni prima, quando Lollo era fuggito di casa, stanco di non avere mai un minuto di libertà, sempre a “correre dietro” alle esigenze di un fratello asfissiante. E anche là era successa la medesima cosa, Michele, sul far della sera, lo aveva raggiunto, rovinandogli la festa e la libertà così tanto agognata. Ma quella notte era stata una notte speciale, una notte passata in una specie di Campo Giochi dove i due fratelli, dopo una iniziale diffidenza da parte di Lollo, si erano divertiti, dove avevano passato, uno a contatto stretto con l'altro, una notte del tutto speciale in cui i sentimenti di ognuno di loro, espressi in tutte le diverse sfaccettature, vengono riportati fedelmente ai piccoli spettatori, i quali entrano in modo semplice ma fecondo, non solo in una storia di fratellanza, ma anche nelle pieghe di una sindrome che condiziona, seppure in modo diverso, il rapporto tra le persone. Sì perché Michi ha bisogno di Lollo, della sua “normalità” per aiutarlo a capire attraverso di lui il mondo in cui vive, ma Lollo ha forse più bisogno dell'altro per comprendere meglio quello che non si vede, che sta nei risvolti dei sentimenti, non detti, tra gli esseri umani.
Così Michi sarà capace di esternare a voce tutto l'amore non detto che sente per il fratello e l'altro anche capirà che, poi, il fratello, tutto scemo non è!
Luca Busnengo, Michi e Andrea Fardella, Lollo, muovendosi tra le scene inventate da Giovanni e Marco Ferrero in collaborazione con Siyana Mihova, danno piena credibilità alla caratterizzazione dei due fratelli…Uno spettacolo molto necessario nel teatro ragazzi italiano…
Mario Bianchi - Eolo per Giocateatro 2017
Siblings, essere fratelli e sempre speciale
Domenica pomeriggio, nella rassicurante tenebra del teatro, io e Frida ci siamo tenute per mano e abbiamo pianto durante gran parte dello spettacolo "Fratelli in fuga" di Santibriganti Teatro. Non era una rappresentazione triste.
Era una delle più toccanti interpretazioni a cui io abbia mai assistito.
Meritava tutta la commozione e le lacrime che dovevano sgorgare perché era giusto così. Non sarebbe stato sensato trattenerle, non avremmo reso giustizia alle nostre anime negandoci questo impulso.
Mentre la mia bambina cercava rifugio tra le mie braccia dicendomi: “Lo so mamma che dovrebbe farmi ridere, ma a me fa tanta tenerezza Michi”. E io sono stata felice per questa sua sensibilità. Per le emozioni scontate che uno spettacolo ci permette di mettere in dubbio toccando tutti i tasti della nostra umanità.
Non è la trama che voglio raccontarvi, perché quella fa da sfondo a qualcosa di molto più importante: il rapporto fraterno.
Da figlia unica ho sempre sognato di avere un fratello più grande.
Quando ho avuto il primo figlio sapevo già che non l’avrei lasciato solo.
E, inevitabili, sono state e sono tuttora le liti, gli screzi, i momenti in cui mi sento dire: “Era meglio se mi lasciavi da solo”, oppure: “Non lo volevo un fratello più grande”. Ma quando meno te lo aspetti, quando l’incompatibilità ormai sembra essere la norma, ecco che li vedi collaborare in un gioco, aiutarsi in un lavoretto, chiacchierare di argomenti sui quali tu non avresti più di due parole da spendere.
Poi ci sono i fratelli ancora più speciali, ci sono quelli come Lollo e Michi, che sono fratelli straordinari, perché il loro amore fraterno se lo sono dovuti conquistare senza istruzioni.
Nessuno può spiegarti come amare un fratello, men che mai un fratello autistico.
Genitori e psicologi possono insegnarti come comportarti con lui, possono indicarti modi per comunicare, per costruire un rapporto che possa talora sfiorare la normalità.
Ma tu, piccolo, sei solo a confrontarti con qualcosa di inspiegabile, di non incasellabile, con la responsabilità che se non ti è riversata addosso dai genitori, la senti avvolgerti costantemente nei fatti che contraddicono le parole. E ti senti soggiogato in una missione che non è la tua ma che lo è, in fin dei conti, indotta dagli eventi.
Ti senti schiacciato, impotente.
Non hai gli strumenti perché anche se te li danno non ti possono davvero servire, fino a quando non capisci che non ne hai mai avuto bisogno perché sei sempre stato guidato dall’amore. Anche quando, come tutti i fratelli, ti è venuto da dire: “Era meglio se mi lasciavi da solo”.
Fuori dal teatro abbiamo scoperto che quasi tutti avevano pianto.
Frida ha raccontato questa avventura notturna di Lollo e Michi con un disegno realizzato prima di andare a teatro. Ma secondo me aveva già colto, senza saperlo, questa tenerezza nei due ragazzi visti di spalle a osservare i fuochi artificiali in una notte buia illuminata dai colori del loro amore fraterno.
Questa mattina mi ha ancora detto: "Sai qual è la parte che mi è piaciuta di più?"
Ora vorrei dirvela perché è quella che di più ha commosso anche me. Ma vi invito a scoprirla da soli, andando allo spettacolo.
E non importa quale sarà.
Sarà comunque quella giusta per voi.
Nadia, mamma di Frida
17 gennaio 2023